No, di Uber non avete capito un c**o…

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Pensavo fosse cosa assolutamente risaputa e banale da comprendere, ma una serie di chiacchierate con persone che ritengo discretamente intelligenti mi hanno fatto capire che quanto ho nella testa non è così lapalissiano come pensavo, e quindi scrivo qui, a futura memoria da nouvelle Cassandra :)

Perché diamine Google ha investito Uber qualche anno fa, peraltro ad una valutazione di mercato ampiamente ottimistica? Perché si ostina a spendere in cause legali centinaia di migliaia di euro e probabilmente milioni in Lobbying in giro per il mondo per fare conoscere il proprio servizio e per acquistare fette di mercato contro un monopolio, i tassisti, presenti in tutto il mondo?
Certo non penserà, Uber/Google, di fare sparire in un futuro prossimo i tassisti, non credete? Anche nella più ottimistica delle ipotesi si tratterà di una guerra serrata dove forse alcune parti del mondo capitoleranno e arriveranno a più miti consigli integrando la tecnologia di Uber all’interno della normale prassi di lavoro dei tassisti.

Ma Uber non scala: non scala Perché le persone non scalano. Perché non è possibile scalare efficacemente un sistema dove devi procacciarti autisti e gestire le singole lamentele, i singoli casi, i competitor che provano a rubarti le persone e tu che provi a rubarle ai competitor. Non scala come scala Google, per l’esattezza: in modo lineare, quasi esponenziale. Se vogliamo vedere, in realtà il business di Uber non è tecnologia, ma consulenza: una consulenza particolare fatta da skill particolari (gli autisti), dotati di mezzi particolari (auto e licenze) coadiuvati da ottima tecnologia (la app) e da un eccellente Marketing.

Ma le persone non scalano. Ma a Google non importa, perché non saranno le persone a scalare: anzi, le persone nel futuro di Uber non ci sono proprio.
Seguite con me il ragionamento logico:

1. Google è il principale creatore ed ideatore delle auto senza conducente al mondo: ne ha curato la realizzazione, le enormi risorse richieste per la sperimentazione ed il lobbying per consentire la libera circolazione delle auto in ambiente urbano;
2. L’auto a guida automatica COSTA: non si tratta solamente della meccanica (anche una Tesla è costosissima per il genere di macchina che rappresenta), ma dei costi esorbitanti della tecnologia, specialmente nel primo periodo di adozione, che fa sì che solamente la fascia degli ultra-abbienti la possano avvicinare;
3. Un prodotto di nicchia non rappresenta un modo per scalare “alla Google” e l’azienda non ha mai voluto creare prodotti per piccole nicchie molto abbienti, concentrandosi invece assolutamente sulla fascia del “a buon mercato per molti”;
4. L’utilizzo medio di una autovettura è piuttosto basso: basta guardarsi attorno per comprendere che l’utilizzo principale di una autovettura è quello di rimanere posteggiata. E’ inoltre uno dei postulati su cui la sharing economy basa servizi di car-sharing e di auto-al-minuto;
5. Per introdurre un servizi di auto automatiche è assolutamente utile un substrato predefinito di utenti che già utilizzano un servizio, che sono giudicati affidabili e che, soprattutto, siano sufficientemente profilati per riuscire a stimare l’utilizzo geo-spaziale medio delle singole città;
6. **Uber è la soluzione**: il servizio perfetto per “noleggiare” una auto, il servizio perfetto con la base dati degli spostamenti più richiesti ed infine il servizio perfetto per introdurre il concetto del “driverless” che peraltro risolve a priori i problemi di normativa relativi all’utilizzo di conducenti, cosa “normata” in vasta parte del mondo.

Quindi, per essere brevi, **Google non ha investito in Uber per competere con i tassisti**, nello stesso modo per cui **Google non ha creato un motore di ricerca per competere con Altavista**, Google ha creato un nuovo mercato, della dimensione mondiale di miliardi di dollari, che ad ora non esiste e in cui entrerà di potenza.

Amici tassisti, quindi, non preoccupatevi, quindi, dell’NCC che vi “soffia la corsa”, o del privato che “illegale” vi ruba la corsa, preoccupatevi del fatto che il vostro lavoro sarà svolto da macchine nei prossimi 5 anni.

Estote parati.

l'autore

Matteo Flora

Mi chiamo Matteo Flora, sono imprenditore seriale, docente universitario e keynote panelist e divulgatore. Mi occupo di cambiare i comportamenti delle persone usando i dati.
Puoi trovare informazioni su di me ed i miei contatti sul mio sito personale, compresi i link a tutti i social, mentre qui mi limito a raccogliere da oltre quattro lustri i miei pensieri sparsi.
Buona lettura.

15 commenti

  • Di tutta la prima parte del ragionamento non ci ho capito nulla, ma quoto la conclusione finale: Uber non fa concorrenza ai tassisti, ma sta creando un nuovo modo di concepire la mobilità. Per andare da qui a lì, non guardo solo i treni o gli aerei, ma controllo anche bla bla car, così come per spostarmi all’interno di una città, controllo lo smartphone e prenoto uber, altro che mettermi in coda per un taxi…

  • Tutto vero, ma a mio parere sarà un lago di sangue normativo quando si tratterà di cominciare a far andare le auto senza pilota su strada per davvero, e a velocità sostenuta.

    Per il momento (per il poco che so naturalmente) le uniche applicazioni senza pilota sono dei pulmini in aree pedonali, e forse uno effettivamente su strada. Se non erro anche a expo dovrebbero metterne uno, all’interno dello spazio fieristico.

    Ma appunto scalare da questi esperimenti a qualcosa di strutturato sarà un delirio: anche e soprattutto per le pressioni dei cocchieri.

    • Ogni giorno incrocio almeno 2 delle Lexus senza pilota di Google per strada. Viaggiano nel traffico dell’ora di punta senza nessun problema. Viaggiano sulla freeway come le altre auto. Sono molto più avanti di quello che pensa.

  • Concordo appieno e darei maggiore enfasi su Uber come piattaforma logistica. La logistica degli spostamenti urbani è uno dei fattori critici di successo nelle smart cities

  • Concordo, ma Google non ha fatto i conti secondo me con il caos del traffico, delle buche, dei segnali inesistenti delle strade romane, non c’è ipercomputer che tenga :)

  • Ma alla fine i chrome book sono stati un successone? no perchè togliere il piacere di imprecare all’autista che va in corsia di emergenza per saltare la fila è un’esperienza che Uber con l’auto Google di Asimo (robot) non ti potrà mai far provare.
    Sicuri che le auto automatiche si imporranno sul mercato?
    Sembra come la ricerca di mercato se il teletrasporto ha futuro nel trasporto passeggeri o nel trasporto bagagli.

  • Nei prossimi 5 anni? Ma in che mondo vivi? Scusa, ma se pure può essere condivisibile il tuo ragionamento la possibilità di vedere auto pilotate da automi è una questione che riguarderà chi ci sarà almeno tra 50 anni. Hai messo uno zero in meno.

  • Non è l’auto, è strano che non si capisca. Non sono i trasporti. Non sono i big data. Uber fa saltare le istituzioni. Non credo sia difficile da comprendere. Salta l’istituzione stessa del contratto. Salta il nucleo fondante del lavoro come valore. Salta la cittadinanza. Uber è come saranno i post-Stati, mentre Musk e Brin, nel senso della loro schiatta, si occuperanno di andare oltre Marte.

Matteo Flora

Mi chiamo Matteo Flora, sono imprenditore seriale, docente universitario e keynote panelist e divulgatore. Mi occupo di cambiare i comportamenti delle persone usando i dati.
Puoi trovare informazioni su di me ed i miei contatti sul mio sito personale, compresi i link a tutti i social, mentre qui mi limito a raccogliere da oltre quattro lustri i miei pensieri sparsi.
Buona lettura.