Perché scegliere Telegram anche ora che Whatsapp è FREE?

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pornhubvsparmigiano (2)

Si fa un gran vociare, in queste ore, del fatto che ora che [Whatsapp diventerà gratuito][1] non esiste più motivazione per passare a [Telegram][2], il competitor Open Source della piattaforma di messaggistica di Facebook. Vedo sempre più commenti che parlano degli utenti di [Telegram][2] come di *hipster*, di *modaioli* o comunque di *anti-conformisti* per il gusto di chissà quale moda.

Premesso che se l’unica ragione per passare a Telegram invece che Whatsapp fosse il costo saremmo a tutti gli effetti un popolo di pezzenti (€.0,98/anno), cosa che mi sento di rifiutare categoricamente per partito preso, rimane da comprendere che la scelta di una piattaforma contro l’altra ha anche (e soprattutto) un valora etico e politico non indifferente, legato al supporto di:

* Un progetto OpenSource in cui i sorgenti sono disponibili e analizzabili da chiunque, anche ricompilabili e offrono quindi una ragionevole certezza che non abbia “strane” problematiche interne;
* Un progetto multipiattaforma e “aperto”, che offre la possibilità di interagire, di [usare API](https://core.telegram.org/api), di [creare BOT](https://core.telegram.org/bots) e aumenta le possibilità di interoperabilità ed integrazione, creando un ecosistema di crescita aperta, al contrario di sistemi business che sono noti per “chiudere” a sorpresa la interoperabilità con i Client (vedi Twitter);
* Un progetto che mira alla sicurezza ed alla [privacy delle comunicazioni](https://telegram.org/faq#q-what-are-your-thoughts-on-internet-privacy), con ampia enfasi [alla crittografia ed alla protezione (anche algoritmica) delle conversazioni](https://core.telegram.org/api/end-to-end);
* Un progetto [senza finalità commerciali](https://telegram.org/press), che non usa la gratuità della messa a disposizione per catturare ed analizzare informazioni al fine di creare profili di marketing dell’utenza.

Una scelta, quindi, tutt’altro che scontata e tutt’altro che legata ad una supposta *hipsteritudine* (esiste come parola?).

Estote parati.

[1]: http://www.ansa.it/sito/notizie/tecnologia/software_app/2016/01/18/whatsapp-tornera-gratis-elimina-canone_b86b5368-b35f-4ec6-83a8-0a608338aac6.html
[2]: https://telegram.org

l'autore

Matteo Flora

Mi chiamo Matteo Flora, sono imprenditore seriale, docente universitario e keynote panelist e divulgatore. Mi occupo di cambiare i comportamenti delle persone usando i dati.
Puoi trovare informazioni su di me ed i miei contatti sul mio sito personale, compresi i link a tutti i social, mentre qui mi limito a raccogliere da oltre quattro lustri i miei pensieri sparsi.
Buona lettura.

13 commenti

  • Giusto due parole per chiarire un attimo alcune cose:

    1) Il codice lato server di Telegram è completamente Close-source. [https://telegram.org/faq#q-why-not-open-source-everything]
    Da questo ne deriva che:
    – Le chat normali (cifrate Server-Client) potrebbero essere loggate in chiaro.
    – Potrebbero venire registrati indirizzi IP e altre informazioni.
    – Telegram può avere “strane” problematiche interne
    2) La cifratura di Telegram è di basso livello ed usa algoritmi crittografici superati (vedi SHA1), il loro Contest Crittografico è una bellissima messa in scena che dimostra la loro poca conoscenza di crittografia [http://www.cryptofails.com/post/70546720222/telegrams-cryptanalysis-contest] e l’8 dicembre 2015 è stata trovata una falla (teorica) [https://eprint.iacr.org/2015/1177]

    Detto questo, direi che scegliere l’una o l’altra è una scelta indifferente, o dettata dalla moda (usi quello che usano i tuoi conoscenti)

    • Volevo segnalare anch’io questa roba qua. Uso Telegram più che altro per i client multi-piattaforma. Per quanto riguarda la sicurezza, probabilmente, dovremmo orientarci tutti verso Signal…
      Ciao,
      Emanuele

  • whatsapp appartiene a facebook. whatsapp e’ closed source client e server (telegram solo lato server, e speriamo cha cambierano idea un giorno). Le chat cryptate di telegram, se si crere alla EFF fanno tutto quello che puoi chiedere ad un sistema di messaggeria : https://www.eff.org/secure-messaging-scorecard

  • Scusate ma se un servizio di messaggistica serve a massaggiare con chi cazzo messaggio se mi scarico un programma che non ha nessuno? Più che moda direi che si tratta di pura analisi di utilità. Io c’ho pure telegram installato ma non me lo usa nessuno…quindi…w WhatsApp.

  • Oltre a essere più sicuro di Whatsapp, Telegram posso usarlo indifferentemente su iOS (iPhone, iPad, iPod), Android (sia telefoni che tablet) , OX S (Mac), Windows, Linux (PC e Mac). Basta questo per lasciar perdere Whatsapp.

  • La sto installando. Questo basta per dire quanto è buono il tuo articolo. Ora non vorrei fare il solito guasta feste… Ma quando telegram avrà una massa critica di utenti, cosa succederà? Avranno la forza di non cedere al corteggiamento dei Brand? Di resistere a 14 mld di dollari ad esempio (cifra con cui FB comprò whatsapp)?
    Vorrei sapere che ne pensi.
    Ciao e a presto!

    • @Mauro
      se può essere d’interesse il mio punto di vista:
      Pavel Durov ha più volte risposto sul “modello di business” (se non erro anche in interviste in Settembre 2015), affermando che:

      1. Stato dell’arte: vuole create una infrastuttura GRATUITA, per i servizi base (se non erro ha detto testualmente “il servizio come attualmente disponibile”), sostenendo di avere CAPITALE PRIVATO PERSONALE a sufficienza e nemmeno sono necessari croudfounding / donazioni.

      2. prospettiva lungo termine:
        L’apertura sulla possibilità di fare profit con servizi bots (con le Payment API) potrebbe essere il modello di business a regime: ricavi dei servizi profit a pagare l’infrastuttura.
        Io l’ho capita così.
        Sono Naif ?

      Matteo Flora che ne dici ?

      • P.S. da quel poco che capisco dell’approccio politico, strategico, rispetto a valori su privacy e capitalismo… la vedo dura, ma molto dura che i Durov un giorno vendano a Facebook il giocattolo. All’opposto, si potrebbe argomentare che vogliano loro “distruggere” (tra virgolette), le multinazionali della “informazione”. Mi sono spiegato ? ;-)

Matteo Flora

Mi chiamo Matteo Flora, sono imprenditore seriale, docente universitario e keynote panelist e divulgatore. Mi occupo di cambiare i comportamenti delle persone usando i dati.
Puoi trovare informazioni su di me ed i miei contatti sul mio sito personale, compresi i link a tutti i social, mentre qui mi limito a raccogliere da oltre quattro lustri i miei pensieri sparsi.
Buona lettura.