Esistono differenti **tipologie di hacking** e non sono tutte correlate all’universo dell’informatica, come spesso ci dimostrano i competenti redattori di [Make](http://www.makezine.com/blog/).
“Hacking” significa a volte semplicemente utilizzare o modificare un sistema (sia esso fisico, informatico, tecnologico) per **ottenere effetti non preventivati**, sia per **modificarne l’utilizzo** – ad esempio fare cantare l’ultima hit di Robbie Williams al Furby o usare un tostapane come lettore MP3 – , sia a volte per **migliorarne le catatteristiche** – come convertire una macchina diesel per funzionare a olio di merluzzo o rendere il triplo più efficiente in termini di prestazioni una moitherboard.
Anche i **comuni cerotti**, ritrovato vecchio di quasi un secolo, possono quindi **essere hackerati** in tutta sicurezza ottenendo, in questo caso, una **migliore stabilità** ed una **migliore aderenza**, oltre che risolvendo i problemi legati al movimento delle dita in presenza di un cerotto su di una nocca.
Un simpatico filmato che sebbene in giapponese risulta sicuramente perfettamente intuibile…
Sono sempre più convinto che il **termine hacker** determini più che una **denotazione di un individuo** o di esperienza una **differente attitudine mentale** che porta sicuramente a vedere il mondo circostante con **occhi e sensibilità differenti**, non lasciandosi traviare da cosa “*non è possibile*”.
> “Argue on your limitations
> and surely enough
> they’ll be yours… *(R. Back)*
…semplicemente geniale!