Brompton, treno, Liguria, mare e l’elogio della Lentezza

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Complice il furto della mia moto (Milano sa essere molto cattiva verso i cittadini che lasciano i mezzi in strada) e complice il continuo ed incessante stimolo di [Marco e Yoko (e quasi +1)][1] che pare in grado di fare sempre vacanze splendide in bicicletta mi sono lasciato tentare e ho fatto la scelta che mi rodeva da anni: ho comperato una Brompton.

Ora, non è scopo di questo mio post raccontarvi cosa sia una Brompton e perché sia così indubbiamente superiore a tutte le alternative (lo è), o come i ragazzi di [Brompton Junction][2] siano stati gentili e professionali, stando dietro per quasi due ore a tutte le mie richieste (no, non [è un post sponsorizzato][3]), ma vi basti sapere questo: la Brompton è una bicicletta pieghevole che crea un intero nuovo mondo di mobilità urbana e non solo, transmodale per definizione, consentendomi cose che anche con la precedente pieghevole (una bellissima Dahon Mu) non mi erano lontanamente possibili.

Ho deciso di mettere alla prova questa mia idea di mobilità alternativa con una gita fuoriporta che unisse tante mie passioni: la bicicletta, il mare, il trasporto “lento”, qualche scatto fotografico. E ho deciso di farlo in modo differente: non con una super-car decappottabile e lanciato in autostrada, non con la “via esclusiva” dei “migliori posti, migliori spiagge, migliori ristoranti” e cose da Food-Blogger o Travel-Blogger (che non sono), ma al contrario con il modo più semplice ed economico (senza arrivare al risicare ogni euro, però) con una idea di viaggio di una giornata Milano-Liguria-Milano a meno di 100 euro. A conti fatti l’intera giornata mi è costata molto meno della sola benzina necessaria…

Un racconto che non mira ad essere esaustivo, didascalico, esperienziale, documentaristico o altro: un semplice racconto di una giornata normale organizzata in modo normale con un modo diverso di viaggiare che amo e che potrebbe esservi di aiuto a ipotizzare di fare la stessa cosa.

Il piano: partenza la mattina presto, ritorno entro sera, giornata passata a Chiavari. Lo so, ci sono posti migliori in Liguria e fossi in voi andrei un po’ più avanti fino alla stazione di Manarola o comunque nelle Cinque Terre, ma a Chiavari c’era una persona importante e la mia meta era quella :)

## Pianificazione e la Borsa

Adoro pianificare per quanto possibile, e adoro preparare i bagagli disposti con ordine sino alla mattina della partenza per essere sicuro di non dimenticare nulla. Non sono l’unico, pare, e la pratica ha anche un nome, si chiama [Knolling](https://en.wikipedia.org/wiki/Knolling).
Nella mia borsa per la partenza:

* Cellulare (iPhone 6s Plus)
* Costume (rigorisamente di Star Wars)
* Ciabattine, telo mare, crema solare
* Una maglietta di emergenza, all’occorrenza usata come pigiama
* Kindle carico di libri (le dispense al [Corso di Buddhismo del FPMT][4])
* Battery Pack da 22A (fondamentale)
* Macbook 12 (solo per gestire eventuali emergenze)
* Cavo iphone, cavo ricarica kindle, alimentatore Mac
* Borraccia termica
* Sacchetto della spesa (per tenere il Mac in spiaggia e per il costume al ritorno)
* Lenti a contatto e occhiali da sole
* Portafogli minimal
* Cuffie in-ear Bose (toccasana)
* …la **bellissima** Brompton 6 marce S6L, con sella Brooks, colore “premium” Raw Lacquer :)
* [Borsa Brompton](https://bromptonjunction.com/shop/brompton-s-bag-black/), che si aggancia al telaio

La mia Brompton ed il contenuto della borsa
La mia Brompton ed il contenuto della borsa

Due parole sulla borsa: la [borsa della Brompton](https://bromptonjunction.com/shop/brompton-s-bag-black/) costa un rene (180 euro) ma è fondamentale: non solamente si aggancia al telaio (e non al manubrio, appesantendo la mobilità), ma rimane agganciata anche con la bicicletta in modalità “carrello trascinabile” e mentre la bici è chiusa. Fa davvero la differenza girare senza uno zaino, soprattuto d’estate.
È possibile anche optare per il tradizionale “cestino”, in questo caso appositamente progetto per essere ripiegabile.

## Il viaggio di andata

Il viaggio pianificato è stato treno + bici. È, secondo me, la versione più bella del viaggio possibile, unendo la lentezza del treno che ho sempre amato con la indubbia comodità non solamente di un mezzo che può fare il tragitto casa-stazione-stazione-casa (soprattutto per me che sono un po’ refrattario all’uso della metropolitana), ma anche e soprattutto per consentire alla destinazione quella libertà estrema che nessun taxi (e nessuna auto) può arrivare ad eguagliare: il muoversi ovunque, la totale sparizione della problematica del parcheggio (che in liguria al mare è un girone dantesco) e la possibilità di utilizzarla completamente anche in tutte le zone del centro chiuse al traffico o semplicemente inagibili.

La Brompton di fronte a casa
La Brompton di fronte a casa

Il problema “evasione del traffico” si fa anche sentire qualora, come me, volgiate passare la pausa pranzo non in spiaggia in qualche baretto infimo o sotto il martello del sole a picco in spiaggia, ma magari facendo due passi in centro o cercando qualche posto al fresco dei “caruggi” (i portici) che offrono sempre quella brezza tradizionale. Nessun bisogno di chilometri e chilometri al sole di mezzogiorno, nessun bisogno di perdere l’agognato parcheggio (e dover poi procedere a ri-cercarlo al ritorno), nessun problema di parcheggio in loco (mi fermo dalla bici, scendo e sono arrivato).
La bicicletta da una libertà di movimento e di poter apprezzare le cittadine che pochi altri mezzi di trasporto danno, nemmeno la mia amata (ex) moto, dove d’obbligo erano giubbotti, caschi, protezioni, da mettersi e togliersi e soprattutto da portarsi appresso…
La mia gita in bicicletta ha una sola borsa, non particolarmente pesante, peraltro.

Per il percorso provo a fare qualcosa di insolito: non punto alle “Frecce” di Trenitalia ma al normale regionale. Nemmeno in prima classe, anche perché ho il vago sentore (poi confermato nella pratica) che pagherei una opzione disponibile online per un vagone che non avrei trovato sul binario.
Quindi partenza a Milano Rogoredo poco dopo le 7.30, arrivo alle 10.10 circa a Chiavari. Nessun cambio necessario.
Ritorno da Chiavari alle 18.30, con cambio a Genova Brignole e di nuovo a Milano per le 21.30. Una giornata lunga, certo, ma non infattibile, soprattutto per la possibilità (illuso che sono) di dormire all’andata.
**Costo di andata e ritorno: €.32,16**, credo inferiore all’autostrada (escludendo la benzina) del viaggio in auto, evitando l’ordalia del traffico da e per la Liguria del Weekend. Questo solo varrebbe il doppio del prezzo.

E quindi sveglia alle 6.00, mezz’ora tra prostrazioni Buddhiste e meditazione, doccia, un caffè a casa e montata la borsa (che si trovava sul pavimento “smontata” come in foto) e si parte per le 6.50. Niente metropolitana (l’ho detto che la detesto, no?), ma bicicletta per 15 minuti scarsi che separano Piazzale Lodi dalla Stazione.
Il tempo di piegare il retro della Brompton, per quanto sembri strano quello è “il cavalletto” e no, non si rigano i parafanghi perché il portapacchi sul retro è equipaggiato di comode rotelle che la trasformano da piegata in un “carrellino” agilmente trascinabile anche con la borsa appesa dal manubrio.

In viaggio con la Bici Brompton in Stazione Milano Rogoredo
In viaggio con la Bici Brompton in Stazione Milano Rogoredo

Visto il considerevole anticipo un caffè al bar – con la bici con me in modalità carrellino e non pochi sguardi incuriositi – e sul binario ad aspettare. Ovviamente i posti a sedere tutti occupati ma non è mai un grande problema: la Brompton piegata è un comodo sgabellino da usare ovunque…
Una caratteristica che, come vedremo, risolverà molto del mio viaggio di andata.

In Bici Brompton sui binari della Stazione
In Bici Brompton sui binari della Stazione

## La tratta degli schiavi criminale di Trenitalia

L’unica nota dolente del viaggio è proprio il primo treno verso il mare: come supposto le carrozze di Prima Classe vendute regolarmente non sono minimamente presenti, con gli ospiti delle stesse ammassati nella coda del treno dove si aspettavano di trovarla stipati come carne da macello. Con noi ce ne sono una dozzina, ma è il minimo dei problemi…

Trenitalia, con la solita incredibile ottusità che contraddistingue il vettore italiano, non solo ha rimosso le carrozze, ma il treno è ovviamente incredibilmente sottodimensionato. Non che sia una sorpresa, peraltro, come era facile intuire dal fatto che già ad inizio settimana tutti i treni “prenotabili” erano al completo: un carnaio degno del peggior vettore del peggior paese del terzo mondo, Trenitalia nella fretta di offrire servizi “premium” rappresenta la peggiore Italia soprattutto nei servizi erogati alle fasce più deboli (i servizi come questo più economici), stipando le classi sociali più disagiate in condizioni disumane, probabilmente ben sapendo che non saranno in grado di protestare tanto quanto un utente Business.

Una politica di una grettezza unica, che infierisce col debole e blandeggia il forte e potente, una delle problematiche che grida “licenziamento” di tutta la classe dirigente per un servizio che dovrebbe essere offerto alla popolazione tutta e non gestito in modo razzista e classista con differenziazioni così importanti per classi sociali. In questo, Trenitalia rappresenta ancora più della classe politica che l’ha creata la feccia del servizio pubblico italiano.

Ma è un giorno di vacanza e sono due ore e mezza di viaggio e non una vita, e forte della Brompton la uso ancora come sgabellino posizionandomi nello stanzino in corrispondenza delle porte per due motivi: il primo è che il vagone è stipato con (alla partenza) 47 (quarantasette) persone in piedi – no, non scherzo, ci sono davvero quasi cinquanta persone in piedi tra i sedili e non oso pensare cosa sarebbe successo in caso di qualunque problema – il secondo è che nel vagone ci saranno massimo quindici gradi, con i pinguini che ballano in mezzo alla gente e le persone abbracciate a qualunque cosa che possa dare calore che ogni tanto escono nello stanzino dove sono (non climatizzato) perché “fa troppo freddo, mi riscaldo un po’”.
Ovviamente, di un **controllore in due ore e mezza di tragitto e una decina di fermate nemmeno l’ombra**. È Sabato, sarà stato in ferie anche lui.

La Tratta degli Schiavi di Trenitalia
La Tratta degli Schiavi di Trenitalia

Poco male per quello che mi riguarda: la Brompton ancora una volta diventa uno sgabellino e a tratti si fanno quattro chiacchiere con gli altri passeggeri e si legge un po’ di Kindle. Inoltre il treno è sorprendentemente pulito e tanti si accucciano per terra. Bestiame siamo, tanto vale che come bestiame ci comportiamo.
Nel frattempo, di stazione in stazione, le persone continuano a salire.

In corrispondenza di Genova entra un gruppo di ragazzini (una quindicina) che “tanto anche senza biglietto è una fermata sola” e una dozzina di venditori ambulanti (con relativa mercanzia). Sicuramente tutti con il biglietto, ma il controllore invisibile ancora non si vede e non passa mai. Sarà a controllare i biglietti sul FrecciaRossa Business Premium Elite Prima Classe Magnifica (e aggiungerei anche “stoca**o”).
Ma alla fine si ride, si scherza e si arriva a Chiavari con un sorprendente piccolissimo ritardo di qualche minuto e no, non sono ironico, il treno ha fatto davvero 8 minuti di ritardo.

## Chiavari, spiaggia, mare e Caruggi

Scendere a Chiavari è semplice: borsa in spiaggia, bicicletta chiusa in mano, ed in pochi secondi è pronta, montata e con la borsa di fronte. Sono leggero, fa ancora fresco, non ho nulla in spalla e a poco dopo le 10 c’è tempo per una sgambettata lungo la passeggiata al mare.

Chiavari in Bicicletta Brompton
Chiavari in Bicicletta Brompton

Il mare, poi, è sempre il mare, con il fascino tutto suo…
Un caffè ed un pezzo di focaccia (che qui è una religione e non un panaceo) ad un bar che conosco sul lungomare con la bicicletta in posizione “cavalletto” mi tolgono dalla memoria il viaggio Caronteo appena trascorso, e sono pronto ad affrontare la giornata.
In direzione di una delle piazze più suggestive, vicino alla Colonia Fara di costruzione fascista ed ora finalmente in ristrutturazione, vado direttamente ad uno dei bagni sotto la passeggiata di nuova costruzione. Il Bagno Ciccio – non ridete – per €.15,00 mi da l’ombrellone ed un comodo lettino, oltre ad un posto in vista dove lasciare la bici che ancora una volta riscuote apprezzamenti e curiosità.

Il posteggio in spiaggia per la bici pieghevole
Il posteggio in spiaggia per la bici pieghevole

Posizionata la bicicletta, rapido cambio con il costume (per fare felice il piccolo NERD dentro di me), e primo tuffo per poi abbandonarmi alla lettura, in un mare al solito pulito. Unico problema i sassi, che a me hanno sempre fatto poco “spiaggia”, ma per trovare la sabbia bisogna andare un po’ più avanti verso Sestri Levante.

Il tipico costume del Nerd in Spiaggia
Il tipico costume del Nerd in Spiaggia

## Il pranzo ed i caruggi

Fast forward alle 12.30 dove il caldo inizia ad essere un po’ troppo per me e arriva il momento di rimettersi le scarpe (non pedalo in ciabatte), prendere la bicicletta e fare un giro nella Chiavari dei caruggi. Il weekend sembra propizio, vista anche la presenza di un bel mercatino di antiquariato – e onestamente anche un sacco di “robivecchi” – che alimenta la già bella cittadina.

Il mercatino antiquario di Chiavari
Il mercatino antiquario di Chiavari

Qualche giro a cercare dove mangiare per poi fermarsi da [Tossini][5], la nuova edizione di una focacceria storica, qui proposta in modalità più “pop”: due pezzi di focaccia, uno al formaggio ed uno alle cipolle, oltre ad una bottiglietta d’acqua sono un pranzo che non solo contrasta fortemente la mia teorica dieta, ma che lascia più che appagati. Il costo di €.7,10 mi fa storcere un po’ il naso in ricordo dei prezzi medi milanesi :)

La "Focaccia col Formaggio"
La “Focaccia col Formaggio”

A zonzo ancora in bici sino a verso le 15.30, per poi tornare ai tuffi, alle letture, ai tuffi, alle letture e via discorrendo. La borraccia termica è ovviamente sempre un toccasana per evitare di continuare a comperare bottigliette d’acqua che diverrebbero altrimenti molto velocemente the…

Il mare di Chiavari
Il mare di Chiavari

Nulla da dire, il mare è davvero bello…
Il tempo vola e si fanno le cinque e un quarto: ultimo tuffo, doccia (stavolta calda), vestito nuovamente in abiti civili (ma sempre con la braghetta corta che si si concede solo nel weekend) si ri-impacchetta asciugamano e costume bagnato nel sacchetto che era parte del kit originario e ci si prepara per il ritorno.

## Il ritorno a Milano

Recuperato il mezzo di trasporto si riparte verso la stazione per una lunghissima pedalata che dura forse quattro minuti, si richiude il mezzo in modalità sgabello ma si trova una panchina: cosa incredibile e rara.
Il viaggio di ritorno ha uno scalo a Genova Brignole: la prima parte con la bici a fianco, visto che la cappelliera è decisamente troppo piccola per ospitarla, mentre la seconda parte con la Brompton al suo posto… nella cappelliera!

La Brompton nella cappelliera sul treno
La Brompton nella cappelliera sul treno

Il viaggio di ritorno è molto meglio dell’andata: niente aria condizionata, non sia mai che il bestiame viaggi fresco, ma posti a sedere. Ma non sempre un buon o cattivo viaggio è dato dalla vettura. Qui, ad esempio, una masnada di cretini entra e vocia a gran voce per quasi tutta la durata del viaggio.
E’ in questi contesti che le mie cuffie Bose tornano comode: non solo nessun problema a portarle anche in “movimento”, ma la conformazione “quasi in-ear” offre un isolamento più che dignitoso – prima o poi proverò anche quelle davvero isolanti! – e un po’ di buona musica aiuta a fare passare i chilometri mentre inizio a scrivere questo post.

Kindle Vojage e Bose In-Ear per sofravvivere al baccano
Kindle Vojage e Bose In-Ear per sofravvivere al baccano

Non che ci siano prese di corrente, ovviamente, ma da un carro bestiame non mi aspetto che lo possa avere…

Ma per quanto odi Trenitalia continuo ad amare i treni e, soprattutto, gli scorci che ti sanno dare…

Il mare di Nervi dal treno
Il mare di Nervi dal treno

Arrivato in stazione si smonta, si apre la bicicletta ed in dodici minuti di percorso pedalante (ve l’ho detto che odio la metropolitana?) comprensivi della bella pista ciclabile di Corso Lodi, che se non fosse per me frequentazioni equivoche con una birra in mano sarebbe un pezzetto di paradiso, sono di nuovo a casa, all’alba delle 21.45.
Sono uscito di casa alle 7, sono tornato alle 22.30 e ho fatto una meravigliosa giornata di mare e relax.

## Conclusioni

Adoro questo modo di viaggiare e non lasciatevi fuorviare dai treni che ho preso: se fate i signori e prendete le frecce bianche vivete probabilmente ben più confortevoli. Per me è stato bello ed una giornata al mare ci voleva proprio!
La coppiata con una bicicletta pieghevole come la Brompton è sicuramente l’asso nella manica: non avrei mai potuto fare molte delle cose che ho fatto (portarmela appresso, sedermici sopra, trasportarla su un regionale affollatissimo) se non fosse stata così piccola e maneggievole.
Da valutare anche come sia semplice, in giornata e senza impazzire più di tanto, passare una giornata al mare partendo da Milano, trascorrendo più di 8 ore tra spiaggia e centri bellissimi senza uno sforzo particolare, e soprattutto senza problemi di code e parcheggi, due punti dolenti di ogni mio spostamento.
Anche il lato economico è interessante, con una spesa di meno di 60 auro ho pranzato, ho preso i treni, ho preso un po’ di bottiglie di acqua e qualche caffè e ho pagato ombrellone e spiaggia. Se volete usare una delle tante spiagge libere (quasi tutte dotate di doccia) potetestare sotto i 50 euro…

Non c’è dubbio sul fatto che un mezzo come questo, unito alla transmodalità, sia uno dei miei modi preferiti di viaggiare. In assoluto. E non vedo l’ora della prossima gita!

Per ogni altra domanda potete contattarmi su [Twitter](http://twitter.com/lastknight) e [Facebook](http://facebook.com/lastknight).

Estote parati.

[1]: https://marcomassarotto.com/2013/11/13/come-scegliere-una-bici-pieghevole/
[2]: http://www.bikingdays.com/
[3]: http://mgpf.it/reviews
[4]: http://fpmt.org/education/programs/basic-program/#homestudy
[5]:

l'autore

Matteo Flora

Mi chiamo Matteo Flora, sono imprenditore seriale, docente universitario e keynote panelist e divulgatore. Mi occupo di cambiare i comportamenti delle persone usando i dati.
Puoi trovare informazioni su di me ed i miei contatti sul mio sito personale, compresi i link a tutti i social, mentre qui mi limito a raccogliere da oltre quattro lustri i miei pensieri sparsi.
Buona lettura.

di Matteo Flora

Matteo Flora

Mi chiamo Matteo Flora, sono imprenditore seriale, docente universitario e keynote panelist e divulgatore. Mi occupo di cambiare i comportamenti delle persone usando i dati.
Puoi trovare informazioni su di me ed i miei contatti sul mio sito personale, compresi i link a tutti i social, mentre qui mi limito a raccogliere da oltre quattro lustri i miei pensieri sparsi.
Buona lettura.